Nell’imparare le mappe, nella foga del combattere, a volte capita di cadere nel vuoto.
Questo è vero in Unreal Tournament, ma sembra valido anche nella vita reale.
A volte, crescendo, cambiando, ci si scopre diverse da come si credeva di essere, da come ti avevano insegnato a essere, da come ti eri abituata a pensare di essere. Si cade in misteriosi vuoti dentro se stessi. E poi ci si accorge che non è affatto vuoto quello spazio, e che comunque non si muore, si cambia. Si ricarica la partita e si ricomincia a girare per la mappa della propria vita, a combattere. Si fanno nuovi incontri, si trovano nuove cose con cui confrontarsi. Ci si diverte un sacco, anche. Anche se magari gira la testa per la concitazione del movimento.
Si vive sempre in prima persona.
Questo è vero in Unreal Tournament, ma sembra valido anche nella vita reale.
A volte, crescendo, cambiando, ci si scopre diverse da come si credeva di essere, da come ti avevano insegnato a essere, da come ti eri abituata a pensare di essere. Si cade in misteriosi vuoti dentro se stessi. E poi ci si accorge che non è affatto vuoto quello spazio, e che comunque non si muore, si cambia. Si ricarica la partita e si ricomincia a girare per la mappa della propria vita, a combattere. Si fanno nuovi incontri, si trovano nuove cose con cui confrontarsi. Ci si diverte un sacco, anche. Anche se magari gira la testa per la concitazione del movimento.
Si vive sempre in prima persona.