E se anche ho paura, non le giro le spalle; non cerco di non pensarci. Ci scavo, in quella paura, anche se fa male. Perché so che al fondo c’è un tappo che posso togliere per farla scorrere via come acqua sporca: posso far sì che smetta di ristagnare, di marcire in me. Posso ripulirmi e rigenerarmi, e proseguire a vivere senza più quella paura.
Vedo un’immagine, leggo una frase, e d’improvviso la bocca dello stomaco mi si serra in una morsa. A volte mi viene da piangere da tanto mi fa male; da tanto vorrei scappare via a nascondere la testa sotto la sabbia. Mi viene un nodo in gola. Non so perché ho paura, né cosa vuol dirmi questa paura. Ma so che mi colpisce per un motivo; non importa quanto stupido possa essere, devo trovarlo e cavarlo via da me. Strapparlo. Stapparlo. Svuotarmi e lasciare spazio a quanto c’è di bello e buono in me.
Una fatica improba; muscoli per l’anima.