E lasciare che lo sguardo si posi sulla scollatura della fidanzata del festeggiato.
Fingere di stare fissando il vuoto, e in realtà seguire con gli occhi il dolce declinare dell’incavo del seno. Un seno piccolo, dolce, dall’aspetto così morbido e liscio, sorretto e offerto dal corpetto attillato nero, di pizzo, con le spalline sottili. Gustarne la curva, la pelle compatta.
Immaginare il contatto della pelle, la morbidezza, il sentire soffice, la sottilissima peluria che accarezza. Desiderare di accarezzare, baciare, sfiorare con le labbra.
Poco dopo, ascolto gli amici che scherzano, un ragazzo fa il cretino fingendo di titillarsi i capezzoli, finge di provocare, imita un atteggiamento ambiguo. Battute sul fatto di attaccarsi mollette sui capezzoli, "Dai tanto lo so che ti piace!!". Risate. Atteggiamento da "figurarsi".
Per un attimo mi astraggo e mi rendo conto che a me, invece, piace davvero, sentirmi attaccare mollette sui capezzoli, il dolore della morsa mi fa bagnare.
Rimango per un attimo silenziosa, il sorriso fisso sul viso come una fotografia, a pensare alle implicazioni, a immaginare di dire ad alta voce "A me piace davvero", fantasticare sulle possibili reazioni. Guardo i volti degli amici, il locale trendy coi divanetti dove mi sento un pesce fuor d’acqua, mi tocco il bordo della minigonna per controllare che mi copra, e poi riprendo il giro della conversazione, dello scherzo, senza dire nulla di compromettente, senza rivelare nulla di me stessa, rimanendo solo con una vaga malinconia, un desiderio inespresso, una voglia non soddisfatta.
sarebbe bello poter vivere la propria condizione 24 ore su 24 , ma l’ipocrisia e il bigottismo delle persone fa sì che ci dobbiamo nascondere , ma con la persona giusta lo si può vivere tutti i minuti ed anche ad una festa come la questa…..
hai saputo raccontare il tuo mondo interiore con cura e mente accesa. per me è sempre importante che sia così, mi piace capire fino in fondo quello che sento. ciao e grazie del passaggio, angj
Ah come ti capisco! Io le chiamo le serate “bla bla bla”. Si finisce sempre lì con i discorsi … ci prendono tutti per “malati” “pazzi” e ridono di noi. Anche i miei amici. Ed io li guardo pensando “…non sapete cosa vi perdete … non sapete quanto sia bello appartenere”. Inizio poi a pensare al mio Padrone, ai nostri incontri … mi estraneo e riesco a sopportare tutto il resto!
E’ comprensibile lo stato d’animo che hai trasmesso …….. e pure è lampante, per me almeno, l’esserti forse sentita un pò fuori posto in quel momento, soffrendo di non poter urlare al mondo quello che che è in te, ciò che senti e che sei.
Non so chi tu sia ne quanti anni tu abbia, che vita tu faccia o in che contesto viva ………. so solo che è difficile riuscire chiaramente a dire, a esplicitare chi si è …….. ma nel mio caso, alla fine, dopo molta ardua salita è successo ………. una immensa liberazione.
Sicuramente ho perso “falsi” amici e tenuto “veri” amici ma soprattutto ho smesso di fingere.
Buon viaggio a te.
Un sorriso
Jethro
come Jethro anche io ho perso i falsi amici e tenuto i veri, so bene cosa intendi dire, l’ho vissuto anche io, non è una bella sensazione…per nulla….i prova un senso di solitudine immensa.
apperò,qui c’è una bell’ aria di perversione!!!