Inginocchiata sul divano. Aggrappata allo schienale. Divarico di più le gambe.
Il gatto a nove code, quello grosso, colpisce e colpisce sempre nello stesso punto, proprio al centro del mio culo, di traverso, sempre più forte.
Gemo e mi contorco, ma non è più dolore.
La figa mi si contrae in risonanza perfetta coi colpi.
Il mio Padrone mi guarda godere e ghigna. Aumenta la forza e la frequenza delle frustate.
Non l’ho voluto, non l’ho chiesto, specificamente. Volevo solo un po’ di colpi. Solo giocare un po’. Ma ora che lo ricevo, mi rendo conto che è esattamente questo che volevo, che volevo da settimane, che voglio da sempre.
Scuoto la testa, mi contorco, ma non sono più lì. Mi sento ansimare, strillare, rantolare. Non so più cosa dico. Sento solo il suono della frusta che schiocca, che sbatte contro di me, sento solo la sensazione che non posso più chiamare dolore, che non so come chiamare. Godo.
Godo.
Ancora qualche colpo, in calando. Il mio Padrone smette, nella stanza rimane solo il mio ansimare caldo, veloce, profondo. Mi scuoto ancora, mi muovo avanti e indietro. Abbraccio il divano in cerca di un appiglio per tornare, ma in effetti non voglio tornare.
Poi lei, che ha guardato tutto, mi posa le mani gelide sul culo. Mi contraggo in un singulto, è bellissimo. Mi dice che ho il culo bollente. Lo so. Lo sento.
Il mio Padrone viene ad accarezzarmi la testa, con un sorriso immenso sul volto.
Le endorfine continuano a riempirmi, dandomi un’espressione beata e vacua. Non penso a nulla, sono persa in un posto meraviglioso. Lentamente, lentamente, ritorno.
Il gatto a nove code, quello grosso, colpisce e colpisce sempre nello stesso punto, proprio al centro del mio culo, di traverso, sempre più forte.
Gemo e mi contorco, ma non è più dolore.
La figa mi si contrae in risonanza perfetta coi colpi.
Il mio Padrone mi guarda godere e ghigna. Aumenta la forza e la frequenza delle frustate.
Non l’ho voluto, non l’ho chiesto, specificamente. Volevo solo un po’ di colpi. Solo giocare un po’. Ma ora che lo ricevo, mi rendo conto che è esattamente questo che volevo, che volevo da settimane, che voglio da sempre.
Scuoto la testa, mi contorco, ma non sono più lì. Mi sento ansimare, strillare, rantolare. Non so più cosa dico. Sento solo il suono della frusta che schiocca, che sbatte contro di me, sento solo la sensazione che non posso più chiamare dolore, che non so come chiamare. Godo.
Godo.
Ancora qualche colpo, in calando. Il mio Padrone smette, nella stanza rimane solo il mio ansimare caldo, veloce, profondo. Mi scuoto ancora, mi muovo avanti e indietro. Abbraccio il divano in cerca di un appiglio per tornare, ma in effetti non voglio tornare.
Poi lei, che ha guardato tutto, mi posa le mani gelide sul culo. Mi contraggo in un singulto, è bellissimo. Mi dice che ho il culo bollente. Lo so. Lo sento.
Il mio Padrone viene ad accarezzarmi la testa, con un sorriso immenso sul volto.
Le endorfine continuano a riempirmi, dandomi un’espressione beata e vacua. Non penso a nulla, sono persa in un posto meraviglioso. Lentamente, lentamente, ritorno.
Grazie Amore mio, mio Signore, mio Padrone, Vita mia.
Non lo avrei mai creduto possibile. Grazie per averlo reso reale, per essere qui con me, per essere tu.
Grazie.
Tua.
hai fatto i nodini al gattone come conscigliato? sono felice per te, per voi. un abbraccio forte forte… vediamo se indovini chi io sia :P
Sbaglio o quella “lei” che ti ha messo le mani gelide sul culo bollente, si meriterebbe un appellativo più signorile? O mi sbaglio? Fammi sapere se è una svista o se devo cominciare a segnare!
Lady Beatrice