Lei è bella; è alta, altera, fiera e dolce. Ha labbra carnose, seni piccoli e dolci che amo mettermi in bocca, e mani fredde e curate.
La freddezza delle Sue mani, difetto di circolazione, contrasta col calore del Suo essere, con la Sua passionalità estrema, col Suo sguardo bruciante.
Mi succhia i capezzoli con dolcezza. Poi morde. I Suoi denti affondano piano, mordicchiano, mi titilla con dolcezza. E poi con crudeltà i suoi denti bianchi si serrano.
Le Sue dita gelide mi percorrono la schiena. Coccole, pensavo solo coccole. Poi le Sue unghie perfette mi scavano la carne. La mia pelle si increspa al Suo tocco leggero, così freddo, e poi urla, quando Lei la incide.
Mi graffia, mi accarezza, mi graffia ancora, stringe la mia carne morbida tra le mani affodando le unghie. Il solco doloroso dei Suoi graffi duole in ritardo, brucia dopo il Suo passaggio, gridando dolore e desiderio. Mi stringe a Sé con violenza, premendo le unghie nella mia schiena, mi bisbiglia "Resisti, resisti", e la Sua voce è dolce e felice come quella di una bambina che gioca. Si diverte con me, animaletto torturato per il Suo piacere, e ne sono felice. Si compiace della mia resistenza.
Urlo, mi contorco e grido, le mani annaspano in cerca di un appiglio. Il mio sesso si bagna.
Lei sorride, sorride e incide. Mi guarda e i Suoi occhi brillano. Brividi mi scuotono, ansimo e fremo, in attesa impaziente del prossimo affondo, desiderando di più, di più. Più dolore. Più piacere. Gemiti mi sorgono dalla gola, dal ventre.
Disegna arabeschi sulla mia schiena, le Sue unghie scivolano leggere e imprevedibili, la sensazione fredda e leggera mi fa venire la pelle d’oca, la gioia della carezza mi riempie; e poi il Suo tocco si immerge dalla pelle alla carne come un delfino, fende con violenza il mare del mio essere, fino agli abissi della mia mente, e quando riemerge lo seguono i fiotti di desiderio che sgorgano dalle mie profondità, dal cervello e dal sesso.
Ora attendo con impazienza il giorno che farà sul serio con me.
E mi commuovo a osservare i segni rossi che mi ha lasciato addosso.
La freddezza delle Sue mani, difetto di circolazione, contrasta col calore del Suo essere, con la Sua passionalità estrema, col Suo sguardo bruciante.
Mi succhia i capezzoli con dolcezza. Poi morde. I Suoi denti affondano piano, mordicchiano, mi titilla con dolcezza. E poi con crudeltà i suoi denti bianchi si serrano.
Le Sue dita gelide mi percorrono la schiena. Coccole, pensavo solo coccole. Poi le Sue unghie perfette mi scavano la carne. La mia pelle si increspa al Suo tocco leggero, così freddo, e poi urla, quando Lei la incide.
Mi graffia, mi accarezza, mi graffia ancora, stringe la mia carne morbida tra le mani affodando le unghie. Il solco doloroso dei Suoi graffi duole in ritardo, brucia dopo il Suo passaggio, gridando dolore e desiderio. Mi stringe a Sé con violenza, premendo le unghie nella mia schiena, mi bisbiglia "Resisti, resisti", e la Sua voce è dolce e felice come quella di una bambina che gioca. Si diverte con me, animaletto torturato per il Suo piacere, e ne sono felice. Si compiace della mia resistenza.
Urlo, mi contorco e grido, le mani annaspano in cerca di un appiglio. Il mio sesso si bagna.
Lei sorride, sorride e incide. Mi guarda e i Suoi occhi brillano. Brividi mi scuotono, ansimo e fremo, in attesa impaziente del prossimo affondo, desiderando di più, di più. Più dolore. Più piacere. Gemiti mi sorgono dalla gola, dal ventre.
Disegna arabeschi sulla mia schiena, le Sue unghie scivolano leggere e imprevedibili, la sensazione fredda e leggera mi fa venire la pelle d’oca, la gioia della carezza mi riempie; e poi il Suo tocco si immerge dalla pelle alla carne come un delfino, fende con violenza il mare del mio essere, fino agli abissi della mia mente, e quando riemerge lo seguono i fiotti di desiderio che sgorgano dalle mie profondità, dal cervello e dal sesso.
Ora attendo con impazienza il giorno che farà sul serio con me.
E mi commuovo a osservare i segni rossi che mi ha lasciato addosso.
bellissimo, complimenti, pareva di sentire quelle unghie nella carne
e poi, dopo, sentirsi i segni addosso. ancora. sentirseli.