Vorrei poter essere me stessa apertamente, mostrarmi in tutti i miei aspetti sempre, senza paura, senza nascondermi. Ma il terrore mi frena.
Ci sono così tanti lati di me; così tante sensazioni. E più mi conosco più temo di essere sbagliata. E mi nascondo, quando invece vorrei essere serena, e felice, e dire a tutti chi sono, cosa mi piace. Vivere serenamente ogni aspetto di me.
Ma poi mi coglie il terrore. Cosa penserebbero i miei amici? E mia madre? E i vicini? E chiunque? E poi, perché dovrei volere essere così tanto alla luce del sole? Non farei che mettere in imbarazzo le persone a me vicine, che mi vogliono bene. Perché dovrei essere così egocentrica, così esibizionista? Non posso tenermi le mie cose per me? A che pro andare per locali, vestirmi in certi modi, sentire certe sensazioni; a che pro?
E’ vero: desidero. Ma questi desideri… sono così scomodi. Forse lo sono proprio perché mi ostino a tenerli sopiti, nascosti, soffocati. Vorrei poterli portare fuori a prendere aria, a respirare; per una volta, senza sentirmi in colpa perché li provo.
Lo farò qui, che è un luogo pubblico nascosto; nessuno o quasi delle persone che conosco ci viene, o ne conosce l’esistenza, e però è visibile a chiunque. Resto qui nascosta in piena vista. A rammaricarmi e a pregare che i miei amici non mi leggano e non mi riconoscano.
[…]
La mia emozione più forte, ora, è la paura. Paura che tutto questo sia sbagliato. Anche solo scriverlo su un muro virtuale che magari non vedrà nessuno equivale per me a dirlo ad alta voce, e procrastino il momento di cliccare “pubblica”, e cancello, e riscrivo; e vorrei solo scappare via di nuovo a nascondermi per non dover ammettere a me stessa che SENTO tutte queste cose, le SENTO.
[…]
E’ un po’ la storia della mia vita. Va così: adesso ho paura a stare bene, perché so che poi arriverà qualcosa o qualcuno a farmi stare male, a ricordarmi che non merito nulla. Così cerco di non illudermi, di stare male sempre perché è così che devo stare.
E tutte le cose che ho scritto nel frattempo, ora le cancello. Perché non si sappia che le ricordo, che le sento, perché nessuno sia disturbato dalla mia esistenza.
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