Da quanti millenni corpo e mente vengono contrapposti? O anche corpo e anima. Comunque: un principio fisico ed uno astratto.
In me (come in tutti, alla fine) questi due principi si danno il tormento a vicenda.
La mia mente ha bisogno di focalizzarsi; sapere di essere un possesso sempre. Un oggetto di qualcuno. Avere consapevolezza di appartenere, in ogni istante della mia vita. Anche se sto facendo la spesa e magari penso a tutt’altro. Come un pensiero nascosto, che se guardo è sempre lì, e mi rassicura.
Dall’altra parte il mio corpo vuole azione, baby. Va bene tutto, la filosofia, il senso dell’appartenere, bla bla, ma adesso lascia che mi frusti il culo; lascia che mi perda nel vortice del canto del corpo, nelle spirali del dolore, del piacere, della carne.
I due principi sgomitano: quando uno è soddisfatto, l’altro alza la voce: ehi, e io?! Così mi pare che se ho l’una cosa, l’altra manchi; e viceversa. Non sono mai contenta. E mi dibatto, voglio voglio voglio e in questo volere sempre quello che non ho non so più che cosa voglio.
Forse, invece di arrovellarmi, dovrei fare quello cui la mia anima anela: affidarmi.