Certo, sono affezionata al mio collare; sia quello vero che quello da tutti i giorni, che è in effetti una collana. La porto con gioia ed orgoglio e ne sono molto gelosa.
Mi fa sentire nuda non indossarlo e mi dispiace – come ora: caldo e sudore mi hanno provocato una fastidiosa irritazione al collo e la collana di acciaio peggiorava le cose. Il mio Padrone ha ritenuto saggio farmela togliere.
Ogni tanto mi tocco il collo, trasalendo nel non trovarla.
Ma mi rendo conto che è solo un oggetto fisico, per quanto simbolico, e per quanto potenti siano i simboli.
Il vero collare è interiore; lo ho interiorizzato dentro di me, me lo sento al collo anche se non lo indosso fisicamente. Spesso, infatti, non mi rendo conto di non averlo; anzi mi tocco per sistemare la collana e mi stupisco nel non trovarla.
Lo sento che mi tiene, posso sentire il Padrone tendere un guinzaglio invisibile e tenermi, anche se è distante.
Perché l’appartenenza non è esteriorità, ma un sentire profondo.