Elitarismo

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Quando si organizzano eventi, gruppi, riunioni di nicchia, per specifici gruppi o sotto gruppi (o sotto-sottogruppi) di appassionati di qualcosa, si incorre sempre nell’accusa di elitarismo.
Più l’evento (il gruppo eccetera) è rivolto ad un pubblico ristretto, o meglio più si specifica il target, più forte è l’accusa.
Eppure, per certi appassionati è quasi vitale poter avere un piccolo spazio dove ritrovarsi, foss’anche virtuale. Un posto dove entrare ed esclamare: oh mio dio ma allora non sono solo io! Più si ha una passione, un fetish, un kink preciso, specifico, di nicchia, di nicchia nella nicchia, più è difficile trovare la possibilità di confrontarsi con altri. Addirittura si pensa di essere gli unici al mondo a provare certi desideri.
Ma creando questi spazi arriva sempre qualcuno del circolo superiore, quello un po’ più comune, un po’ più ampio, a recriminare che si stia cercando di creare un’élite antipatica e spocchiosa che vuole escludere tutti gli altri.
In realtà il tentativo di solito non è escludere gli altri ma includere in un cerchio più stretto, più protetto, chi ha bisogno/voglia di un posticino tutto per sé (e per quelli come lui).
Questa protezione però spesso viene poi percepita come un attacco verso l’esterno.
E’ capitato con i gruppi per i diritti degli omosessuali, per fare un esempio banale: già lì son stati visti come quelli che si escludono dalla società “normale”, comune, per formare una lobby (c’è chi ci crede ancora). Poi sono arrivati anche i gruppi per le lesbiche. Come, voi non volete essere parte della lotta per i diritti di *tutti* gli omosessuali? Sì, certo, ma vorremmo anche stare un po’ per conto nostro, visto che abbiamo anche questioni specifiche. E poi via, di sottogruppo in sottogruppo.
Posso senz’altro venire a combattere una battaglia per i diritti di un gruppo ampio, ma riconoscimi il diritto di dichiarare la mia appartenenza anche ad un gruppo più ristretto.

Un po’ alla volta io spero che il mondo si apra alla consapevolezza che è (o può essere) un arcipelago variegato e che il mare non divide ma unisce. Se io ho la mia isola non intendo che la tua sia brutta; se mi piace stare per conto mio non vuol dire che disprezzi la compagnia.

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