In questo blog tu finisci per restare un poco in disparte. Perché qui parlo dell’altra me, quella bdsm, quella sottomessa; parlo dell’altra mia relazione, quella D/s.
Ma tu non scompari mai dal mio orizzonte; mentre scrivo, qui, al computer, tu sei seduto accanto a me. Al tuo computer. Facciamo insieme quasi la stessa cosa, ognuno per sé ma vicini. Come quando mi dici che ti piace sentirmi roppettare d’attorno mentre sei al pc. Anche a me piace: ti giro intorno, faccio altre cose, quando ti ritrovo sul mio cammino ti accarezzo, ti bacio.
A te per primo e a te solo delle persone che conosco da una vita ho parlato del bdsm, tanto tempo fa. Quando ho iniziato a capire chi ero (oltre a chi sapevo già di essere) non ho pensato nemmeno per un istante di nascondermi ai tuoi occhi. Mi sono aperta a te, mio faro di luce; ti ho coinvolto. Ho cercato di superare le tue obiezioni, aggirare le tue paure; con dolore, con fatica, abbiamo avanzato assieme in questo strano mondo, sconosciuto anche per me.
Infine i nostri sentieri, qui, si sono separati. Ma continuiamo a camminare insieme, nella vita. Ciò che ci distingue non ci allontana.
Ogni tanto mi fermo ad accorgermi di quanto ti amo e mi trema il cuore da tanto è forte questo sentimento; mi colma tanto che temo di non riuscire a contenerlo tutto. Allora lascio che mi trabocchi dentro, che si espanda; mi permetto di amarti, di amare immensamente, nonostante la paura, il tremore, e sempre il timore di non meritare tanta meraviglia.