C’è un posto per me, ed io so qual è.
E’ un posto in basso, un posto in cui non ho il permesso di alzare lo sguardo. E’ un posto che mi fa sentire bene, pacificata, al sicuro.
Ogni tanto lo dimentico: mi siedo sulle sedie, rispondo in modo sfacciato, o spero di ottenere più di quanto mi è dato. Dimentico dove è giusto che stia, dove sto davvero bene.
Il mio posto mi viene ricordato con facilità; basta uno sguardo, una parola, un gesto; un silenzio, anche. Oppure me ne rendo conto da sola, e torno a cuccia con le orecchie basse e la coda tra le gambe. Mi accoccolo e torno tranquilla, rinchiusa e racchiusa.
Ora sono qui: mortificata, dispiaciuta.
Non voglio andarmene dal mio posto; desidero solo che mi sia concesso restarci.