“Mi sembra che tu ti stia lamentando”.
No, in verità no. Non sono lamentele quelle che senti, non sto protestando, non ho nulla da eccepire, non avanzo rimostranze.
Quelli che senti sono i miei lamenti.
Gemiti, singhiozzi, singulti, strilli, e anche “insomma” e “uffa” di vergogna. Suoni che emetto per esprimere il dolore, il colpo che arriva, l’umiliazione, la richiesta che mi imbarazza, la penetrazione improvvisa, il possesso che eserciti su di me.
Sì, mi sto lamentando… ma no, non mi sto lamentando.