Pollici

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Da ragazzina lessi un romanzo stupendo, che consiglio caldamente: “Even cowgirls get the blues” – tradotto tristemente in “Cowgirls – il nuovo sesso” – di Tom Robbins. Sì, Gus Van Sant ne fece un film; no, il film non rende nemmeno lontanamente il romanzo (però c’è Uma Thurman coi pollicioni, e vale da sola il film).

La storia racconta delle vicende di questa ragazza nata con dei pollici enormi, che sfrutterà per fare l’autostoppista.
All’inizio del romanzo si racconta della sua preadolescenza, e del fatto che sua madre fosse terrorizzata che, a causa di questa strana malformazione, non avrebbe mai trovato marito; così, la madre la porta da una cartomante per farle predire il futuro, e trovare rassicurazione su un possibile matrimonio.
Nel film l’episodio è falciato in due minuti; nel romanzo, invece, è uno snodo cruciale, che dà l’abbrivio alla visione del mondo della protagonista. E, per me, contiene un importante ricordo.
La cartomante naturalmente è una persona senza poteri di preveggenza; ha solo un buon intuito, una grande capacità di leggere le persone che ha davanti, e ha studiato astromanzia ed altre cose utili a ricreare una capacità magica. Quando la ragazza le porge la mano per farsela leggere, la veggente ha un colpo, vedendo il pollice gigante, e pensa: “Di certo non posso cavarmela spacciando il solito ‘hai una forte volontà’ che rifilo a chi ha i pollici mediamente più grandi delle altre dita, come spiegato nei testi di chiromanzia”. Ciononostante, non potendo tentennare troppo a lungo, esordisce dicendole: “Hai una forte volontà”, per poi procedere in una disquisizione abbastanza filosofica di cui in realtà non ricordo molto; ciò che ricordo, è la raccomandazione che le dà: “Non fidarti mai di una persona che nasconde i pollici nel palmo delle mani”. Il concetto della chiromante era che una persona che nasconda i pollici ha una volontà debole, ed è quindi infida perché insicura.

Da allora, mi accorgo di ogni volta che lo faccio, e mi accorgo di farlo sempre più spesso. E’ un gesto istintivo, inconscio, forse protettivo; più che nasconderli, mi aggrappo ai miei pollici col resto della mano. Mi sono resa conto che man mano che la mia volontà di persona indipendente si affina e si rafforza, procedendo nella mia vita, sempre di più avvolgo le mani attorno ai pollici.
Soprattutto, lo faccio quando rimetto la mia volontà ai miei Padroni. Se non si ha una cosa, non la si può donare.

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