Abbandono

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Al termine di una festa, in un momento di relax e chiacchiere, un’amica switch mi dice: “Una nota dolente, nella ricerca di uno slave, è trovare qualcuno che si abbandoni davvero, che si affidi completamente; tutti fanno grandi affermazioni di volersi affidare, ma nonostante le dichiarazioni di intenti non ho ancora trovato nessuno che le mantenga”.
Rifletto su questa considerazione.
Anche per me, in effetti, nonostante sia una cosa che desidero sopra ogni altra, è molto difficile lasciar andare il controllo ed abbandonarmi interamente a chicchessia.
Ho sempre fallito gli esercizi di fiducia, quelli in cui chiudi gli occhi e ti lasci cadere, confidando che il tuo compagno ti sosterrà. Ho smesso di fallirle solo quando, piccata del mio fallimento, ho imparato ad imporre il mio controllo sul mio non voler mollare il controllo, obbligandomi a lasciarmi andare – di fatto, simulando un abbandono inesistente.
Però, lavorando sulla mia rigidità, sulla mia fiducia (o mancanza di), sul mio controllo, un poco alla volta le mie difese cedono.
Forse è illusorio aspettarsi che qualcuno si abbandoni immediatamente, a scatola chiusa; quel tipo di abbandono è una cosa su cui devono lavorare in due, Dom e sub, l’uno per conquistarlo, l’altro per concederlo.
Io, come sub, so quanto profondo possa essere questo abbandono, quanto si radichi nel proprio animo, quanto feroce e grave possa essere la ferita che derivi da un suo uso errato o sbadato; prima di permettermi di concederlo (innanzitutto a me stessa) sono bloccata dalla paura che possa venire mal riposto, e di finire abbandonata.

3 comments

  1. Viviamo in un mondo cattivo.
    E da quella cattiveria, ognuno a modo suo, ogni tanto, cerchiamo di sfuggire. Sospetto e diffidenza, ce li hanno tatuati sull’animo questo mondo cattivo e tanta gente vuota.
    Il consiglio di uno sconosciuto – e pertanto in antitesi con la ragione per cui mi auguro lo prenderai in considerazione – è di non fingere mai più quella fiducia nel prossimo. Ma continuare, semplicemente, a metterla sul tavolo da gioco, ad ogni nuovo incontro, come posta da far conquistare a chi quel mondo cattivo, quell’orrore di vuoto dentro, lo repelle tanto quanto te.
    Non credo siamo poi così pochi.

    1. Questo, in effetti, è un consiglio che mi sono già data da tempo e che seguo. Non posso che mettermi in gioco, per come sono, senza più veli; nemmeno nell’ammettere di non fidarmi.
      Grazie del bel commento.

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