Ho troppa fame
troppi desideri
e questi desideri mi
s c a v a n o
dentro
mi consumano
Se non vengono soddisfatti
mi mangiano
pezzo a pezzo
e io mangio tutto il cibo che trovo
per riempire questo vuoto dentro di me
il vuoto della caverna
scavata dal mio desiderare insoddisfatto
Ci provo
Ci provo a non farmi aspettative
a divenire ricettiva, pacata
ad attendere ciò che verrà senza proiettarmi in avanti
Giuro che ci provo
ma è più forte di me
Anelo
mi getto sul banchetto coi denti snudati, avida
sbavando
una leonessa fuori controllo
Voglio, voglio, VOGLIO
E più voglio
meno ottengo.
La mia soddisfazione si allontana sempre più dalla mia portata
L’albero ritrae i suoi rami
e ride della mia fame
O imparo davvero, dolore dopo dolore, insoddisfazione dopo insoddisfazione, a sopire questo mio desiderare incontrollato, vorace, a lasciarlo a cuccia, oppure impazzirò.
Ma ogni volta che ottengo, invece, ciò che desidero, ogni volta che mi viene concesso, la FAME si risveglia rinnovata, feroce, insaziabile, crudele; e non smetterei più.
Torna a dominarmi, incontrastata, la Voglia.