Quando sono concentrata non ho fame.
Capita magari che in un attimo di calma mi renda conto d’improvviso di dover andare in bagno, o di avere sete, o di sentire lo stomaco che brontola. Allora magari mangio qualcosa, ma mai troppo, o roba pesante. Un boccone, due, e le scorte di energia vengono subito reintegrate, ottimizzando ogni caloria.
Invece, se sono incazzata, nervosa, in ansia per qualcosa, allora la mia fame è amplificata oltre ogni limite. Mangerei (e spesso mangio) qualsiasi cosa mi capiti sottomano, oltre la sazietà fin quasi alla nausea.
Agogno a raggiungere un equilibrio che mi permetterà di non dover stare a dieta ma, semplicemente, di mangiare il giusto con serenità, senza farmi prendere dalla fame nervosa e rispettando il mio senso di sazietà; anche lasciando del cibo nel piatto, se sento di non volerne più, invece di ingozzarmene a forza.
Vorrei che il cibo fosse un mio amico, un piacere, una cosa normale, invece che un nemico ostile da combattere. Come lo è quando sono focalizzata su qualcosa di impegnativo e soddisfacente.