Io NON erotizzo la mancanza di valore.
La mia posizione sottomessa è una posizione di privilegio.
La mia cuccia è il mio trono; guardo dal basso verso l’alto con lo stesso animo con cui si guarda dall’alto in basso.
A mi disse che una schiava, per il Padrone, è “il suo tutto e il suo nulla”. La completa feccia dell’universo e per questo la più importante, perché sua. Preziosa spazzatura.
Mi ritrovo in questo: sapere di essere sottomessa, di stare sotto, è un riconoscimento di grande valore, per me. Anche nell’umiliazione o nella degradazione, quello che ho bisogno di percepire è che ho valore per ciò che subisco, in ciò che subisco.
Se percepisco una reale svalutazione, il senso effettivo di essere inferiore, sostituibile, indifferente per la mia controparte, allora tutto si rompe, per me. Io stessa mi rompo: non erotizzo più nulla di tutto questo, mi rabbuio e mi chiudo e desidero solo fuggire a nascondermi.
Questo gioco emotivo è un delicato e complesso equilibrio. Abbattimento che è anche esaltazione, uno schiaffo che è una carezza, un insulto che è un complimento. Sentirmi inferiore e importante, degradata e valorizzata, per terra ma in cielo.