La fatica che faccio a chiedere aiuto, a chiedere supporto, a chiedere. Ogni volta il mio primo istinto è pensare di essere sola, di dovermerla cavare da sola, anche perché se non ce la faccio da sola vuol dire che sono incapace, indegna.
A volte sono sola davvero.
La sensazione allora è che tutto sia sulle mie spalle, l’intero peso del mondo, dalla cosa più piccola alla più grande. Mi sento schiacciare e vorrei solo fuggire, arrabbiata, con un senso tranciante di ingiustizia. È ingiusto che si pretenda questo da me: non sono in grado, non vedete?! lo fate apposta per deridermi, per vedermi fallire!
Ma non c’è davvero nessuno a caricarmi di quel peso, sono solo sensazioni. Che con fatica imparo a scrollarmi di dosso, insieme a quel carico immaginario.
Un poco lascio andare, un poco mi impegno e porto a termine. Se riesco da sola mi sento potente.
Il punto allora è non lasciarmi trasportare dalle convinzioni della mia mente, dai suoi inganni: trovarmi da sola non è una conferma delle mie peggiori paure, è solo una circostanza; farcela non è la riprova della mia onnipotente autarchia, ma solo un effetto.
Navigo a vista in queste acque profonde e imprevedibili che sono la mia mente; un poco alla volta cresco, sbaglio, imparo.
Anche io sono così non chiedo mai aiuto e che se non riesco vuol dire che ho fallito