“Prendi ad esempio Cabrini: Cabrini era un giocatore mediocre. Ma mentre gli altri calciatori si allenavano un’ora e mezza, lui si allenava sei ore al giorno. Così è arrivato in Nazionale, pur essendo un giocatore mediocre”.
Fisso il mio capo con sguardo vacuo mentre mi dice queste cose. Il calcio non mi interessa, inoltre lui ha 15 anni più di me. Non ho idea di chi sia Cabrini (dopo lo cerco su wikipedia, penso), ma lo stesso annuisco, aspettando di vedere dove voglia andare a parare.
“Questo dimostra che con una forte volontà si possa ottenere qualunque cosa. Io non sono un genio, sono una persona mediocre; quello che fa la differenza tra me e un vero mediocre è che io ho una volontà di ferro. Tu – e si rivolge a me con quei suoi occhi grigioverdi penetranti e spiritati – tu non sei affatto mediocre. Ma ti manca la volontà”.
Tamburella sul tavolo; aspetto che aggiunga qualcosa, ma ha concluso. Raccolgo il notes e ci scambiamo formalità e saluti: la riunione è finita.
Mentre torno al mio ufficio rifletto che non ha tutti i torti.
Se voglio, posso; posso, devo solo volerlo abbastanza forte.