Se io sono coinvolta, porto me stessa dentro ciò che viene fatto; la mia individualità è allora un valore aggiunto riconosciuto.
Se sono invece pervasa, è la cosa esterna che mi riempie; la mia personalità diventa qualcosa da azzerare e sostituire con altro.
Per questo un lavoro pervasivo distrugge. Non permette di staccare la testa, arrivano telefonate ed email a tutte le ore del giorno e della notte, tutti i giorni. Viene preteso che si viva per lavorare, non viene concesso alcuno spazio individuale al di fuori dei confini tracciati da altri.
Invece chiacchierare una domenica pomeriggio di lavoro non è pesante quando in quel lavoro l’apporto individuale è esattamente ciò che viene più riconosciuto e valorizzato. Quando il lavoro coinvolge e non travolge diventa parte della propria vita, non qualcosa che la cancella.
Allora in fondo alla fatica resta il dolce sentimento della gratitudine.
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