Quando sento richiudersi intorno al collo la Sua collana, il mio cuore fa come un sospiro di sollievo.
Mi guarda e mi dice: questa è mia, personale.
Mi si dilatano le pupille.
Forse non c’è tutto questo grande significato, dietro; forse non vuol dire nulla di particolare. Ma per me sì. Ha significato ed è importante. Mi sento di nuovo Sua.
Poi certo: il tempo tiranno, gli impegni, le telefonate urgenti.
Mentre vado via, da sola, mastico il sapore amaro della Sua sigaretta, che mi impasta la bocca. Mi tengo per un po’ di tempo la mia malinconia, la mia nostalgia – mi ci cullo dentro, come quando al mattino non si ha voglia di alzarsi e ci si rigira sotto le coperte, avvolgendosi nel piumino. Ma una buona volta mi devo alzare – devo, voglio lasciare questa sensazione grigia e tornare a sentire, a lasciarmi trasportare dall’appartenenza.
Sentire il Suo collare sempre.
E più lo sento più mi sento bene.
Una cosa alla volta, tutto sta tornando al suo posto. Ritorno a sentirmi completa, ad avere un tempo per vivere tutte le infinite sfaccettature di me stessa: dall’amica alla professionista alla moglie alla slave.