Piegata sulla cavallina, ricevo i colpi. Uno, due, dieci, mille. Chissà. Lui, lei: non lo so e non cerco di capirlo.
Scendo in un subspace talmente profondo che di colpo divento consapevole della musica di sottofondo; il mio cervello si sintonizza su quella e va in loop. I colpi che ricevo si confondono con la batteria, col basso che mi scava nelle budella. Sono da qualche altra parte, e inizio a cantare a bassa voce. E’ un basso mugolio, sorrido con gli occhi chiusi dalla benda e canto, godendo delle endorfine, del dolore, dell’intensità che vivo.
Disorder
Disoooordeeerrrr