Non è possibile fare tutto sempre.
Ognuno ha una quantità di tempo e di risorse cognitive limitata.
Il carico mentale è già un lavoro di per sé: anche solo pensare a tutto è impossibile. Tenere a mente ogni cosa, avere una traccia mentale di tutto, sapere cosa va dove, cosa va fatto prima di cos’altro, eccetera.
Qualcosa si perde. Qualcosa resta indietro.
Allora, meglio scegliere cosa lasciare indietro: almeno, le forze disponibili vengono concentrate ed utilizzate in modo più efficiente, e non si rischia (o si rischia meno) di dimenticare qualcosa di importante, avendo deciso in partenza cosa accantonare, cosa togliere dalla pila delle cose di cui occuparsi.
Il punto allora diventa cosa lasciare indietro.
Quali sono i miei valori? E quali comportamenti derivano direttamente da quelli? Cosa è fondamentale per me? Quali sono i miei desideri? Cosa è meno fondamentale? Cosa posso mettere da parte? Cosa posso sospendere? Cosa posso abbandonare?
La parte più difficile è sempre tacitare il senso di colpa. Darmi il permesso di scegliere, di decidere, di lasciare andare; permettermi di non dover fare tutto per forza, smettere di credere che nulla sia accettabile se non la perfetta perfezione.