Sottomissione

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Mi è capitato talvolta nella vita di ricevere un regalo che non era proprio quello che volevo.
La consolle portatile per videogiochi che desideravo, ma un modello diverso. L’abito che avevo visto, ma di un altro colore. Il pendente che avevo indicato, ma con una catenina che non mi piaceva.

Ogni volta ho messo il muso, mi sono rattristata, delusa, preoccupata che fosse il segnale che l’altro non mi avesse capita, che fossimo magari incompatibili. Ho fatto cambiare regali e riportare indietro cose, ho finto apprezzamento e fatto il broncio.
Ho fatto dei capricci assurdi, mi rendo conto, ed ero già ampiamente di un’età in cui non avrei dovuto farli.

E poi in un attimo capisco.
Con poche parole, ma dirette.
Capisco cosa vuol dire sottomissione.

Certo che l’ho sempre saputo. Ma di colpo l’ho sentito.

Accettazione. Silenzio. Ricevere.

Non contano i miei capricci, le mie aspetttive, cosa mi ero immaginato, le mie paranoie o insicurezze, le cose che non sono proprio come io le vorrei, il passato, o nient’altro. Non conta.
Conta l’Appartenenza, ricevere un Dono e portarlo con orgoglio e gioia perché è Suo – non perché è quello io volevo.

Di colpo sono riappacificata, sorrido e mi sento al mio posto.

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