Cordine

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“Facciamo due cordine”, dice con entusiasmo.

Certo, dico, perché no? Non direi mai di no. Magari è tardi, sono stanca, abbiamo già fatto due ore di impact in due sessioni distinte, il locale tra non molto chiude, ma perché no?

Mi stringe nel gote ed è quasi rilassante; ma è il futomomo che poi fa la magia. Sento stringere, sento dolore: mi muovo per sentirlo di più, sollecito le corde perché mi si conficchino di più nella carne: per sentire quel dolore che mi rilassa e mi riallinea con l’universo.

Anche quando sono proprio due cordine brevi, che è tardi, vanno benissimo: mi rimettono insieme. La corda stringe tutte le parti di me che si sono sfaldate durante la settimana, vuoi per il lavoro o per i pensieri, e le fa aderire rendendomi di nuovo una persona intera.

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