Per quanto faccia e dica, per quanto mi impegni, ancora non riesco a smettere di pestare i piedi. Una parte di me mi sussurra: non sono capricci, sono giuste richieste. Hai ben diritto anche tu. Continua a sperare, a volere, a pretendere, ad essere delusa se non ottieni, a stare male.
Mi viene allora voglia di mollare tutto, cedere, arrendermi, andarmene. Giusto perché smetta questo star male che non riesco a gestire, che non so come sopire. Che non capisco se abbia senso, se sia giusto o sbagliato.
Sopra ogni cosa vorrei una direzione, una comprensione: cosa devo fare? cosa posso fare? Cosa, per far sì che smetta di dibattermi in questo cespuglio di rovi che sono i miei desideri?
Posso dichiarare che ci proverò, che mi impegnerò; posso anche provare, impegnarmi. Ma non riesco: è più forte di me. La mia reazione è istintiva, immediata: non riesco a filtrarla, a mediarla e trasformarla in vera sottomissione, in silenzio, in quieta accettazione.
Leggo su facebook, da una schiava al Padrone: “quel poco che mi concedi è ciò che mi fa respirare”. Ecco: magari. Io non so farlo. Quel poco non mi basta, e invece so che dovrebbe, che è proprio qui il punto, il cardine vero dell’appartenenza, del rimettermi nelle Sue mani. Non con tante belle parole: davvero.
Mi rannicchio a cuccia, delusa di me; cerco ancora di capire, ed un giorno ci riuscirò.
È amore senza essere amore. e’ una sublimazione di questi sentimento.
Goditelo nelle sensazioni positive e negative perché è pura energia vitale.
Scusa, ma non vedendo commenti in un blog bello come questo ho dovuto lasciare il mio.