Fidarsi

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Stesa sul divano, bendata, ansimante, assaporo le sensazioni che ancora mi solcano la pelle.
“Aspetta”, mi dice. Lo sento spostarsi, armeggiare. Non vedo nulla, ma ascolto con attenzione i suoni, cercando di capire.
Rumore di un mazzo di chiavi.
Una cerniera che scorre.

“Cazzo, va via”, penso.
Resto a bocca aperta. Ha preso le chiavi, si è messo il giubbino e ha chiuso la cerniera. Adesso sentirò la porta che si apre e si richiude. Cazzo, se ne va. Mi lascia qui. Mi ha usata e se ne va. Sono incredula; una parte di me però la trova una cosa molto bdsm, umiliante. Addirittura mi piace. Eppure mi pare impossibile.
Boccheggio per una lunghissima manciata di secondi.

Un tonfo, come di qualcosa che viene aperto.
Allora ricordo: ha portato una borsa con la cerniera chiusa da un lucchetto.

Dentro di me rido per l’idea balorda avuta e sogghigno per averla considerata un gioco possibile, ma soprattutto sono felice perché non ho dubitato. Sono rimasta fiduciosa in Lui, in quello che stava facendo, per quanto assurdo potesse sembrarmi.

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