In alcuni momenti penso di non farcela, di non starci più dietro, di non riuscire più a seguire tutto. Mi sento affaticata, anzi: sono proprio stanca. Vorrei solo buttarmi in un angolo, magari con una coperta, chiudere gli occhi e riposare. Non sentire la pressione, la costante presenza sul fondo della testa che mi dice: c’è da fare questo e quello, sei in ritardo, hai dimenticato quella cosa. Riposare.
Ma il mio riposo è quello del guerriero: solo al termine della lotta. Non conta quanto possa essere ferita o contusa o distrutta: se c’è ancora da fare, da combattere, allora non è ancora il momento di fermarmi.
Nel turbinare degli impegni la fatica annebbia quasi tutto. Sembra di osservare il mondo da dietro una coltre di fumo. Le sensazioni sono offuscate, le voglie ottenebrate: come faccio a volere qualcosa, quando non ho fiato nemmeno per respirare?! Con quali forze potrei seguire un qualsiasi desiderio? Risparmio energie e viaggio sul minimo.
E poi ogni tanto, a caso, la stanchezza è tale che non riesco più nemmeno a tenere su i filtri per escludere ciò che non credo di poter sentire perché troppo stanca.
E la voglia è sempre lì.