Una relazione D/s mi dà scopo.
Uno scopo immediato, potente, pervasivo. Fare le cose per lui, dedicare il mio tempo e la mia persona a lui, a soddisfare i suoi desideri, le sue richieste. Orientare i pensieri verso di lui, organizzarmi intorno alle sue necessità. Metterlo al centro.
Andare ad un evento con il Padrone mi fa sentire tranquilla perché ho uno scopo preciso: stare con lui. Seguirlo, servirlo. Essere presente per lui. Venire riconosciuta per essere sua.
Se sono sola, senza un D/s, mi sento un po’ persa; mi ritrovo senza quello scopo.
E però è uno scopo estroflesso. Potente, pervasivo perché emotivamente carico, connesso con le mie viscere e il senso di appartenenza che sento così profondamente in me. Ma estroflesso. Per questo è facile: non mi richiede che l’impegno pratico di attualizzarlo. Non mi richiede decisione. Non mi richiede responsabilità. (O meglio: mi illudo che non mi richieda responsabilità.) Non una personale: la semplice responsabilità di portare a termine il compito al meglio è tranquilla, esterna. La decisione sul cosa resta a lui, a me attiene solo il come.
Ma appena viene a mancare questo scopo esterno, resto come imbambolata. E adesso? Chi sono io, ora che non ho nulla da fare, nessuno per cui farla?
Allora ecco: mi serve uno scopo introflesso. Uno scopo mio. Uno scopo mio che non sia solo trovare qualcuno che me ne dia uno.
Questo è il mio scopo ora: capirmi.
Mi sembra che tu lo faccia ogni volta che pubblichi un post (capirti) ti analizzi ed esterni le
Tue considerazioni su te stessa e sulle tue emozioni, può aiutarti rileggerli.. magari ti scopri ancora di più attraverso una visione “esterna” a quel momento o fase di vita..
Un saluto affettuoso
È vero, e mi succede. A volte scopro di nuovo una cosa di me che sapevo già ma che avevo dimenticato