Ricevimento

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In mezzo ad un ricevimento di matrimonio di amici, tra cibo che non finisce mai, chiacchiere noiose e sorrisi, mi trovo a guardare come le cameriere girano tra i tavoli portando piatti e pietanze; quasi senza accorgermene inizio a fantasticare di servire a tavola ad un grande ricevimento privato organizzato dai Padroni, con tante persone: loro, loro amiche ed amici, gente sconosciuta che invento: mere figure di sfondo, fittizie, solo perché più gente c’è più mi sento esibita – ed anche una Miss che stimo ed ammiro.
Immagino.
Essere la serva, nuda o quasi nuda, con i costrittivi ed i tacchi; servire a tavola in modo perfetto e preciso, con le signore che mi fanno i dispetti ed io che giro e brigo per servire tutti al meglio, sotto lo sguardo vigile e severo del Padrone e di Lady Rheja – tesa e concentrata per essere all’altezza, per far loro fare bella figura, perché tutti possano complimentarsi con loro per il mio operato.
Lui mi dà comandi gestuali che eseguo silenziosa. Lei mi sbriga avanti e indietro dalla cucina.
Quando passo accanto ai tavoli portando da bere e da mangiare le persone mi afferrano, mi pizzicano; mi attaccano mollette. I Padroni mi bloccano e mi piegano sul tavolo – oppongo una blanda resistenza, solo perché mi eccita di più – e mi inseriscono in vagina l’ovetto vibrante comandato a distanza. Mentre torno a girare per servire si divertono ad azionarlo a sorpresa e a ridere delle mie reazioni, dei salti, degli inciampi e dei gridolini che mi sfuggono, mentre sento la faccia che avvampa.
A fine cena quella Miss è molto compiaciuta ed ammirata, ed i Padroni di conseguenza. Lei gli chiede: posso farle del male?, con un sorriso cattivo che le illumina il viso. E’ bellissima ed io tremo di desiderio. Ed il Padrone sorride, scambia un’occhiata d’intesa con Lady Rheja e risponde: certo!, e mi guarda di sottecchi per spiare la mia reazione – ed io non vedo l’ora. Rabbrividisco non so se di paura o di gioia, o di entrambe, e mi avvicino ad un suo cenno.
Così mi mettono in mezzo e mi lasciano massacrare da lei, osservando, intervenendo, umiliandomi. Mi sento addosso gli sguardi di tutti, i colpi mi fanno girare la testa. Vedo i Padroni, abbracciati, applaudire allo spettacolo; la Miss mi gira intorno ed è una presenza densa che danza nella mia carne.

Torno malvolentieri alla realtà per il brindisi, ancora umida e morbida di questa fantasia inaspettata che mi ha reso lo sguardo languido e le gambe molli.

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