Sto ansimando.
Sto ansimando? E’ il mio respiro il suono che mi rimbomba nelle orecchie? Sì, è il mio stesso respiro.
Dove sono?
Sono chiusa dentro. Chiusa dentro me stessa.
Sto scendendo in un posto scuro, nell’abisso che è in me.
Prima, la camicia di forza. E’ calda, mi trattiene abbracciata a me stessa.
Poi, il gancio, che agganci alla cinghia in vita. Lo sento, dentro, ogni volta che inspiro.
Poi, la maschera da cane in neoprene. Mi ovatta i suoni e amplifica il suono del mio respiro.
Poi, la cinghia intorno alle cosce. Mi stringe e mi immobilizza.
Ansimo. Mi sento stretta, chiusa. Sempre di più.
Poi, le cavigliere legate coi moschettoni. Non posso più muovere i piedi.
Poi, il collare da postura. Mi costringe in posizione.
Poi, la ball gag. Non posso più deglutire.
Poi, la benda sugli occhi. Buio.
Rilasso i muscoli e sono nel vuoto. Il mio respiro si calma.
Non vedo nulla. Non sento suoni. Non posso fare nulla. Galleggio.
Non succede nulla, eppure succede tutto. Sono nelle tue mani. Immobilizzata, chiusa, bloccata, inerme; la testa si fa leggera, si svuota di ogni pensiero. Sono solo corpo: un bozzolo. Sento ogni centimetro di carne: quella nuda e quella coperta di lacci, quella esterna e quella interna.
Sono qui dentro e mi ci hai messa tu.
Grazie.
Che bella sensazione, quanto mi manca 😥🙁