Due: Integrazione

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Io sono kat.
Eppure, sono anche Chiara.

E dire che lo avevo scritto anche nella bio di questo mio blog, e lo avevo scritto quando l’ho aperto, nel 2007, nei proverbiali tempi non sospetti: impossibile definire in due righe una persona. Miliardi di sfaccettature; molteplici anime.

Ho costruito paratie che credevo di acciaio, ed erano di cartongesso. Ho posto limiti e confini che erano muri senza porte, ma alti mezzo metro. Ho cercato di suddividermi perché ritenevo che diverse parti di me avessero necessità differenti. Ed è così.
Ma alla fine, sono sempre io.

Le cose traboccano, sbordano: emozioni, sentimenti, pensieri, desideri. Non riescono a stare nel loro compartimento, nella scatola pensata per quella persona, quella parte di me. Alla fine mi riunisco sempre. Ma per lungo tempo non solo non l’ho voluto: l’ho combattuto. Ho pensato fosse pericoloso, sbagliato. Talvolta, ho ricevuto conferma che lo era. Allora ho cercato di tornare al mio posto. Ma per quanto bello, rassicurante e comodo sia un ruolo, alla fine è stretto; o forse, diventa stretto, crescendo. E non posso impedirmi di crescere come persona, anzi, è uno dei motivi per cui faccio bdsm: esplorarmi, conoscermi, crescere.

Come si fa a fare crescere anche il ruolo, allora? Come si fa spazio per tutte le persone che sono io, perché convivano e non si facciano i dispetti? Perché le cose non sbordino ma scorrano come un torrente da una polla all’altra, armoniosamente?

Ho paura, perché è un cambiamento radicale. Ma sto imparando. E non sono sola.

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