Per quanto duro sia il predicament, per quanto scomoda sia la legatura, per quanto difficile sia restare in equilibrio su due dita di un piede solo; per quanto sia tagliente la dragon, per quanto sia secco il cane, per quanto sia rigida la paletta; per quanto sia doloroso ogni singolo colpo, per quanto sia umiliante ogni posizione, per quanto sia intensa ogni pratica.
Qui è dove sto bene.
Legata, bendata, appesa, costretta, battuta. Sto davvero bene.
Vivo un’intensità incredibile, profonda, sento tutto: ogni singolo millimetro della mia pelle scotta e urla e canta un canto di gola che mi fa ansimare e mi spezza il fiato in singulti e io lo sento. Affondo dentro di me al vibrare del dolore e sono felice.