Stesa a terra, le cosce legate, una appesa al bambù, in alto, l’altra allargata sul pavimento, aperta; mi metti un piede tra le gambe, premi, e la sensazione di essere calpestata mi arriva amplificata.
Non sono bendata, ma tengo gli occhi chiusi, o giro la testa per tenere lo sguardo basso, spostato: evito di guardarti perché, insomma, non si guarda il Padrone, no?
Invece, ad un certo punto, oso.
Apro gli occhi e alzo lo sguardo: cedo al desiderio, alla curiosità di vederti ora, in questo momento, mentre in piedi sopra di me tendi le corde, mi calpesti, mi apri. Per osservarti mentre mi fai male, scoprire come sei. Così oso guardare.
Hai gli occhi aperti, attenti, così scuri e intensi; tu che li tieni sempre quasi socchiusi, una sottile fessura da cui guardi il mondo senza prenderlo troppo sul serio. Adesso sono così grandi: osservi. E’ attenzione quella che vedo? Cura, precisione, controllo, potere; ma anche piacere, soddisfazione: uno sguardo che non si lascia sfuggire nulla, attento a gestire quello che succede e a farlo succedere, ma anche che si gode ogni dettaglio della tua schiava legata che ansima e geme, il corpo segnato ed esposto. Hai un’espressione così seria, intenta, la bocca socchiusa e le pupille dilatate. Emani intensità.
Giro di nuovo lo sguardo prima che tu veda che ti sto guardando; rubo questa immagine di te che mi emoziona per la forza che trasmetti.
Non riesco a capire il “tu ” dai al Padrone.
Non mi era consentito, e neanche me lo consentivo.
Sempre brava a far vivere le emozioni
Un tempo era così anche per me. Ma ogni Padrone è diverso e richiede protocolli diversi. Ogni relazione D/s è a sé.
Grazie per il complimento.
tesoro i compliemnti li meriti tutti.
Ci mancherebbe che non te li facessi.
Senti ma è sempre lo stesso?
Alla prox.
Ps forse è meglio di qui.
Di li sei sempre troppo occupata!
Ma mi hai censurato?
Certo che no ^^ È solo che i commenti sono moderati per evitare lo spam