Come tre settimane fa ero sfinita, adesso mi sento rasserenata. Sempre stanca, ma in un certo senso ho accettato la fatica.
Davvero non c’è nessuna prescrizione, nessuna necessità in senso filosofico; nessun giudice che decide del mio diritto ad esistere in una forma o in un’altra, nessuna Legge o Verità che mi obblighi ad essere in un determinato modo per poter essere degna.
Posso vivermi quello che mi sento, e se non me lo sento posso sempre ripensarci.
Certo ho ancora così tante cose da fare, così tanti pensieri; ma ho deciso di conviverci. Un po’ alla volta faccio, penso, risolvo; intanto vivo. Magari non sono ancora del tutto a mio agio, ma ho scoperto che sono più a mio agio se accetto il disagio che se cerco di evitarlo: ciò che rifuggo mi controlla, ciò che accetto mi accompagna.
Il mio riposo non è più una fuga.