Mi sono sempre considerata una persona estremamente remissiva.
Ricordo che un giorno il mio precedente Padrone disse a sua moglie, parlando di me: “È ribelle”; e lei rispose: “Lei?! Ribelle?!?”, con incredulità. Io (che ero lì) mi sentii avvampare.
Eppure, è proprio così. Se non sono ribelle, di certo sono terribilmente capricciosa.
Ero sinceramente convinta di non esserlo, giuro. Ma devo arrendermi all’evidenza.
Se non ottengo ciò che voglio, o nel modo che lo voglio, sbatto i piedi e metto il broncio come una bambina di 5 anni. Mi vengono alle labbra frecciatine acide e commenti sarcastici, nel miglior stile passivo-aggressivo che ho.
Devo risultare insopportabile.
Da una parte, anelo alla punizione; ad essere redarguita, sgridata, raddrizzata e correttamente educata.
Dall’altra, detesto questa mia capricciosità e già mi mortifico e mi sento in colpa da sola; per questo temo tremendamente una punizione che mi farà stare ancora peggio… e poi, uffa! non me la merito, sono buona e brava! E pesto i piedi.
Inoltre, sono tentata dal tirare la corda col Padrone. Dal mettere alla prova la sua sopportazione, la sua capacità di tenermi. Tuttavia, non sono capace di farlo apposta, mi sento troppo stronza (ma col tempo sta prendendo forza questa bambina capricciosa che è in me, e forse un giorno lo farò); e poi, ho il terrore di scoprire che no, non mi punirebbe, lascerebbe correre, o, peggio, che non capisse che l’ho fregato, forzato a fare quello che voglio.
Molto peggiore di un Padrone intransigente, non sopporterei un Padrone indulgente.