Sto tirando.
Non voglio smettere; non voglio fermarmi. Ho paura che fermandomi non riuscirò a ripartire, anzi, nemmeno a pensare di ripartire.
Invece so di dover imparare anche a staccare, a riposare. Oppure mi schianterò.
Allora adesso vado a letto. A dormire. Me ne scivolo a cuccia, a rannicchiarmi al calduccio (l’impietoso tempo novembrino di questo luglio aiuta nell’immagine). Posso chiudere gli occhi e riposare.
Posso, davvero? Ebbene, sì. Non avrei potuto fare di più, oggi, o se anche sì – perché si può sempre migliorare, di certo – almeno ho fatto. Quindi è giusto che riposi.
È giusto? Ho sempre paura di abusare di qualche diritto, di approfittarmi indebitamente delle circostanze. Colpa delle cattive abitudini di pigrizia: abituata a perdere tempo, ogni cosa bella mi è sempre parsa rubata, non meritata.
Ora che inizio a meritare il difficile è riconoscermelo.
Intanto, buonanotte.