Le vibrazioni della frusta mi avvolgono, mi portano su in un tornado di sensazioni. Il colpi arrivano uno dopo l’altro, mi risuonano sulla carne e nel corpo, mi entrano dentro e scendono in profondità. Strillo, credo, e ansimo e mi aggrappo alla superficie liscia del pavimento o del muro, la vista offuscata dai capelli sciolti e scompigliati e dalla potenza della percezione dolorosa.
Dolorosa? Non saprei nemmeno se posso definirla tale. Certo il taglio della quirt è feroce, la botta dello slapper intensa, l’impatto delle mani perentorio; ma quella sensazione non posso più definirla solo dolore. E’ riduttivo. Mi scuote dalle fondamenta, mi penetra nelle viscere e muta in una forza che mi fa stringere il sesso.
Mi sento portare in un altrove in cui la potenza di ciò che mi viene inflitto e donato si tramuta in un piacere totale, diffuso, profondo, vibrante; mi sento contrarre e mi lascio trascinare e godo con tutta me stessa, da dentro e da fuori, senza venire toccata tra le gambe: mi sento toccata ovunque, nel corpo nella mente e nell’anima ed è questo l’orgasmo più devastante e totale che provo.