La sveglia suona presto anche nel weekend.
Rileggo Supplement di Mari Okazaki, manga shojo ambientato in un’azienda di pubblicità. La protagonista si sveglia presto e lavora tutti i giorni fino a tardi, anche le domeniche o i giorni di festa; sfrutta i tempi morti tra le riunioni per fare dei pisolini in ufficio; ha mille cose da seguire, telefonate da fare, impegni da ricordare.
Quando l’avevo letto la prima volta, anni fa, avevo pensato che mi sarebbe piaciuto avere una vita lavorativa così intensa, faticosa ma soddisfacente. Tutta la parte propriamente shojo (gli innamoramenti, l’incapacità tutta giapponese di non riuscire a dirsi le cose tra innamorati, i palpiti eccetera) non mi interessava; ciò che mi piaceva leggere, in quel manga, era lo sforzo rivolto al lavoro, la tensione a mantenere una professionalità sempre vigile ed una femminilità elegante e precisa.
Adesso lo rileggo apposta per ritrovare il piacere di quella tensione, ora che la vivo nella realtà.
Certo, dal vivo è più faticosa che nell’esperienza surrogata della lettura. Ma dà anche vera soddisfazione, invece che lasciare con la struggente malinconia del desiderio.